Federsolidarietà Veneto: definite le Linee Guida sugli affidamenti alle cooperative sociali

Federsolidarietà Veneto: definite le Linee Guida sugli affidamenti alle cooperative sociali
Federsolidarietà Veneto ha elaborato delle linee guida sugli affidamenti alle cooperative sociali con l’obiettivo di fare ordine in un panorama interpretativo alquanto complesso e individuare le procedure che possano maggiormente rispondere alla specificità di questi servizi, nel rispetto delle norme vigenti. 

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Le linee guida sugli affidamenti alle cooperative sociali, il codice degli appalti e le modalità di convenzionamento diretto per le cooperative di tipo B, sono stati i temi al centro dell’incontro che si è svolto a Padova per iniziativa di Ate, Associazione Triveneta Economi, su proposta del presidente dott. Nunzio Ianiri, in collaborazione con Federsolidarietà Veneto, rappresentata dal presidente Roberto Baldo. Un momento di condivisone e di interlocuzione tra mondo delle imprese da una parte e mondo delle stazioni appaltanti dall’altra, per scambiare i rispettivi punti di vista.

 Come ha sottolineato il presidente Baldo: “Nell’ambito degli appalti di servizi sociali vige un regime di natura “differenziata” rispetto ad altre tipologie di appalti e questo vale ancora di più quando si parla di affidamenti a cooperative sociali (di tipo A o di tipo B), dal momento che ad esse si applicano ulteriori specifiche norme. Un quadro giuridico, quindi, di difficile lettura. Le fonti normative spesso si sovrappongono tra loro e spesso risulta difficile, da un punto di vista interpretativo, coordinarle. Dunque il primo obiettivo è definire come coordinare le diverse fonti normative”.

 Federsolidarietà Veneto ha perciò elaborato delle linee guida sugli affidamenti alle cooperative sociali con l’obbiettivo di fare ordine in un panorama interpretativo alquanto complesso e individuare le procedure che possano maggiormente rispondere alla specificità di questi servizi, nel rispetto delle norme vigenti. I punti chiave si possono riassumere nel modo seguente:

NO MASSIMO RIBASSO

Il criterio del massimo ribasso va evitato in quanto può determinare un pregiudizio della qualità del servizio, in una logica di rincorsa estrema al ribasso dei costi. Inoltre può assecondare fenomeni di illegalità e mancato rispetto del costo del lavoro. Già la norma di legge vieta ormai questo criterio in molte tipologie di procedure di affidamenti. “Però purtroppo – come spiega Baldo –in alcuni casi viene ancora utilizzato. In altri casi poi, pur utilizzando formalmente il criterio dell’offerta economica più vantaggiosa, a tutti gli effetti si utilizza il massimo ribasso scegliendo formule che attribuiscono un peso rilevante al prezzo. La richiesta alle stazioni appaltanti è dunque di scegliere formule che non appiattiscano le gare solo sul prezzo.

AMMINISTRAZIONE  E PROGRAMMAZIONE PARTECIPATIVA

È cruciale il ruolo della co-programmazione, del dialogo e del partenariato tra Stazioni appaltanti e soggetti del privato sociale per programmare le azioni e i servizi che verranno poi calati sul territorio in base alla definizione dei bisogni, così come delle risposte ad essi e delle azioni da intraprendere.

RAPPORTO E LEGAME CON IL TERRITORIO

L’ambito dei servizi sociali e socio sanitari è un ambito in cui deve essere particolarmente valorizzato il rapporto con il territorio dove i servizi oggetto dell’affidamento andranno effettuati. La procedura quindi dovrà riconoscere il giusto valore alla conoscenza del territorio da parte dei partecipanti alla gara e alla loro capacità di creare reti di collaborazione con i vari titolari di interessi dello specifico territorio dove si andrà ad operare.

Il modello da perseguire, per Federsolidarietà Veneto, è quello di un sistema di programmazione e gestione del sistema dei servizi sociali (comprese le azioni di inserimento lavorativo di persone svantaggiate), che sia riconducibile al modello di “amministrazione collaborativa”, che contempli un coinvolgimento diretto dei soggetti rappresentativi a vario titolo del territorio, riconoscendone il ruolo di co-programmazione fattiva. Quindi un modello che non aderisca a una logica di pura competizione, rincorrendo il massimo ribasso, ma che consenta di mettere a sistema tutte le risorse in una logica di rete, attraverso gli strumenti giuridici offerti dall’ordinamento, coprogettazione e programmazione in primis, come confermato dal Codice del Terzo settore (D lgs 117/2017). Un sistema quindi che vada verso un effettivo “sistema integrato di interventi e servizi” (così come richiesto dalla legge 328/2000), obiettivo difficilmente raggiungibile in un contesto di competizione sfrenata.

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