Comunicati Stampa

«A rischio 70mila posti di lavoro e il 25% dell’export verso gli USA.  Autogoal UE: barriere interne tagliano produttività del 7%»

«A rischio 70mila posti di lavoro e il 25% dell’export verso gli USA. Autogoal UE: barriere interne tagliano produttività del 7%»

Censis Confcooperative, Gardini Dazi

giovedì 12 giugno 2025

Condiviamo di seguito la sintesi del focus riguardante il Comunicato Stampa del Presidente di Confcooperative Nazionale Maurizio Gardini:

 

«I dazi americani mettono a rischio 70.000 posti di lavoro e 18 miliardi di euro di produzione, vale a dire 1/4 del totale del nostro export verso gli Stati Uniti». Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, commentando il Focus Censis Confcooperative "L'Italia stretta tra dazi e dipendenza strategica" che quantifica il rischio di impatto occupazionale ed economico della guerra commerciale scatenata da Donald Trump.

 

«Bisogna lavorare su due fronti. Da un lato l’azione diplomatica che è l'unica che possa sciogliere questo nodo. Dall'altra - continua Gardini - occorre un lavoro incessante di governo, istituzioni e imprese per aprire nuovi mercati, con la consapevolezza che quello statunitense non è né facile né veloce da sostituire».

 

«Senza sminuire l’impatto di questa guerra commerciale, i dazi di Trump sono la pagliuzza rispetto alla trave che l’Europa ha negli occhi, ma che continua a non vedere. Le barriere interne all’Unione Europea ci costano il 7% di produttività. Un’Europa che continua a fare autogoal - aggiunge Gardini - perché manca una visione politica ed economica di sistema.  Anche se non lo sono si tratta di dazi interni tra ostacoli burocratici e normativi che pesano per il 44% sugli scambi di beni e per il 110% sui servizi come segnalato da Mario Draghi e dalla premier Giorgia Meloni». 

 

«L'assenza di un mercato pienamente integrato rende l'Europa più fragile. Secondo la Bce, quando uno shock colpisce un singolo Paese dell'eurozona - conclude Gardini - deve essere assorbito per il 70% dallo stato membro, negli Stati Uniti solo per il 25% per il singolo stato federale. La recente crisi energetica ne è l'esempio più evidente: i prezzi dell'elettricità sono schizzati in modo disomogeneo tra i vari Paesi, dimostrando l'urgenza di una politica energetica comune».

 

In allegato il comunicato integrale