Chiude definitivamente la Groletta

Chiude definitivamente la Groletta
Cooperativa Sociale Panta Rei - Lo storico ristorante e Casa per Ferie a Rivoli Veronese. Da oltre 15 anni rappresentava una eccellenza nel campo della Salute Mentale, che attraverso le attività della Comunità Alloggio e i servizi ricettivi e di ristorazione, forniva accoglienza e una vera opportunità di lavoro ad oltre 30 pazienti ogni anno.

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Dopo 15 anni a servizio della comuntà e in particolar modo del distretto 4 dell’AULSS 9, dopo anni di progetti ed impegno, di attenzione e innovazione, dopo 15 anni di riconoscimenti e soddisfazioni si chiudono definitivamente i cancelli di uno dei luoghi più significativi del territorio.
“Abbiamo creduto fin dal primo giorno a questo progetto, ci abbiamo lavorato insieme al Aulss e ne abbiamo definito nel tempo i contorni e gli obiettivi. L’abbiamo visto crescere, ne abbiamo toccato con mano i risultati positivi sulla vita e sulla salute dei nostri pazienti. Siamo fieri di quello che abbiamo fatto. Ora c’è molta tristezza e, sinceramente, anche un po’ di solitudine”. Queste le prime parole di Elena Brigo, presidente della Cooperativa.
La Groletta è nata nel 2007 come un progetto sperimentale lungimirante ed innovativo. La straordinarietà (e la complessità) di questo progetto consiste nell’aver fatto confluire nello stesso luogo la Comunità Alloggio, i laboratori socializzanti per i pazienti e il ristorante e casa per ferie, le attività commerciali della cooperativa. Le persone con fragilità di tipo psichico accedono a tutti o ad alcuni di questi servizi, coerentemente alle proprie necessità e i propri desideri, ridisegnando per loro stessi una quotidianità che li vede il più possibile integri ed integrati con il mondo.
Il faro che guida da sempre la cooperativa è lo sforzo di realizzare un modello di presa in carico globale della persona nelle sue necessità di cura, di residenzialità, di creazione di relazioni, di lavoro, di gestione del tempo libero. Un luogo dove realizzare davvero un approccio complesso alla salute mentale e dove le determinanti sociali fanno parte delle e strategie di intervento e di progettazione dei servizi.
“Nell’ultimo anno abbiamo tentato in ogni modo di trovare una soluzione ad un problema anche piuttosto banale, quello di un mancato accordo con la proprietà dell’immobile e la Cooperativa per subentrare al contratto di affitto in essere con l’Aulss 9. E’ stato un anno difficile, a cui abbiamo cercato di fa fronte con proposte, soluzioni e alternative, abbiamo cercato confronti e supporto anche sui territori che ci hanno visti presenti da molti anni. Non siamo riusciti a trovare una soluzione percorribile, e i tempi dello sfratto sono arrivati. Per serietà nei confronti di nostri pazienti non abbiamo più potuto procrastinare questa difficile decisione. Non vogliamo ripercorrere quanto accaduto. Per noi, in questo momento è fondamentale far sapere a tutti coloro che ci hanno sostenuto, ai nostri pazienti e ai loro famigliari che abbiamo fatto tutto quello era possibile e soprattutto siamo convinti che questo modello che ora trova una battuta d’arresto sia davvero il modello vincente.
In questi anni la Comunità alloggio La Groletta ha ospitato, in convenzione con l’Aulss 9 oltre 80 pazienti provenienti principalmente dal territorio dell’alto lago e della provincia Ovest di Verona; per molti di loro vivere in questa comunità ha significato anche accedere ad opportunità formative, a esperienze di relazioni autentiche con gli altri pazienti, con la comunità e con i clienti e i fornitori del ristorante. Molti di loro, soprattutto, hanno potuto fare in questi anni esperienze concrete di un lavoro vero, essere inseriti in un reale contesto di mercato. Sentirsi parte di un’ impresa che aveva obiettivi e risultati veri li ha messi costantemente in contatto che le proprie risorse ottenendo grandissimi vantaggi da un punto di vista delle capacità relazionali, dell’acquisizione di autonomie e ma anche del benessere psicofisico. Da domani, su questo territorio, non ci sarà più questa opportunità.
Per avere contezza dell’effettiva validità di questo modello Panta Rei nel 2018 si è resa disponibile come un caso studio per una ricerca realizzata dal Centro Studi Socialis e dal Dipartimento di
psichiatria dell’Università di Verona. La ricerca conferma che i pazienti inseriti all’interno del progetto di Panta Rei non solo stanno meglio di coloro che, con uguale diagnosi, non sono impegnati in percorsi lavorativi, ma rappresentano anche un risparmio per la collettività.
LA RICERCA: L’INSERIMENTO LAVORATIVO DI SOGGETTI CON DISAGIO PSICHIATRICO – VALUTAZIONE DEGLI ESITI, MISURAZIONE D’IMPATTO, PROPOSTE ORGANIZZATIVE PER UN MODELLO RIABILITATIVO INNOVATIVO Nel 2018 Panta Rei ha aderto come Case Study ad un progetto di ricerca del Centro Studi Socialis con l’Università di Verona per misurare gli effetti reali dell’inserimento lavorativo di persone con disturbi psichiatrici sia in ambito economico (quantificando il risparmio per la pubblica amministrazione) sia in ambito clinico (confrontando il gruppo di pazienti che lavorano in Panta Rei con quelli che non svolgono una reale attività lavorativa). I benefici per la Pubblica amministrazione considerati sono il Gettito IVA e IRPEF, la mancata assistenza sociosanitaria e il mancato versamento dell’Invalidità e il sostegno minimo vitale; tra i costi invece vengono computati i contributi erogati alla cooperativa, le esenzioni fiscali ONLUS e l’esenzione per gli oneri contributivi per gli svantaggiati. I dati dicono che la Pubblica Amministrazione ha risparmiato nel 2017 circa 60.000 euro, nel 2018 più di 115.000, con un risparmio medio per ogni paziente di circa 1800 euro annui. La parte della ricerca condotta dall’Università di Verona si è posta la domanda “Qual è l'impatto dei progetti di inserimento lavorativo competitivo e integrato a processi riabilitativi della Cooperativa Sociale Panta Rei sulle persone con disturbo mentale?”. Lo studio descrittivo trasversale ha esaminato un campione di 33 persone con DMG impiegate in attività lavorativa presso la Cooperativa Panta Rei, confrontandolo con un campione di controllo di persone con DMG ospiti di strutture residenziali protette, non occupate in attività lavorative. Dai risultati si evince che i pazienti del Gruppo “Panta Rei” funzionano meglio in quelle specifiche attività che riguardano il normale svolgimento delle attività quotidiane (cura della casa, cura di sé, gestione del denaro), e, per questo motivo, nel complesso ricevono meno interventi in quelle sfere di sviluppo dell’autonomia. I pazienti del Gruppo di controllo hanno più bisogni e, conseguentemente, più interventi vengono erogati nel campo riguardante l’acquisizione di competenze per l’alloggio, ed in particolare per la cura dello spazio di vita e le attività domestiche. I dati di sintesi riferiscono che i pazienti inseriti in Panta Rei stanno meglio ed anno minor bisogno di interventi: manifestano il 33% dei sintomi in meno degli altri pazienti e il 67 % in meno di bisogni anche di tipo emergenziale.
“Questi sono sicuramente numeri importanti e la ricerca ci ha restituito scientificamente quello che avevamo riscontrato con il nostro lavoro quotidiano e che ci spingeva a proseguire sulla nostra strada. La scelta di affidare una voce terza la validazione di questa idea è stato un ulteriore gesto di serietà della nostra cooperativa che nel tempo non ha mai smesso di mettere al centro le sue persone. Per questo la chiusura della Groletta non è per noi uno stop definitivo al nostro impegno per cercare soluzioni sempre nuove, efficaci e sostenibili ai temi della salute mentale. Ci siamo presi un po’ di tempo per assorbire un brutto colpo e riprenderci dalla delusione. Ma adesso siamo pronti a ripartire, a cercare nuovi interlocutori e partner perché non vogliamo abbandonare la strada che ci stava portando nella giusta direzione, perché vogliamo continuare a guardare negli occhi i nostri pazienti certi che stiamo facendo del nostro meglio. La Groletta è un capitolo che si è chiuso, sapremo ripartire da questa storia e ne costruiremo insieme sicuramente un'altra, forti del nostro coraggio e della presenza di tutti i nostri soci”, conclude Elena Brigo.

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